La voce delle donne nel settore vitivinicolo
- Più di un quarto delle 73.700 cantine italiane, oltre 19.500 sono guidate da donne. Per la maggior parte si tratta di aziende agricole con vigneti e cantine, una buona parte sono aziende che vendono al dettaglio.
- Ma le donne d’affari, pur consapevoli della loro forza, lamentano ancora una scarsa rappresentanza nella classe dirigente dei nomi dei vini. Infatti, se il 28% delle cantine è gestito da donne, meno del 10% delle donne siede nei consigli di amministrazione dei Consorzi di tutela dei vini.
1/3 dei vini è prodotto da donne
- Secondo i dati forniti dall’Associazione Donne del Vino, che riunisce 650 imprenditori del settore, le cantine a conduzione femminile sono circa 115 mila e corrispondono al 30% del totale. Di queste, il 77% si concentra su produzioni DOC o DOCG di alto profilo e nel 59% dei casi le donne manager sono a capo delle cantine ereditate dai genitori anche se in Italia, nella successione dell’azienda, le figlie sono chiaramente svantaggiate.
- Da una ricerca condotta dal Consorzio Vino Nobile-Montepulciano, emerge inoltre che il 36% delle aziende associate è guidato da donne, il 33% delle quali si occupa di marketing, mentre il 65% dei dipendenti delle aziende aderenti al consorzio sono donne e dieci anni fa la presenza delle donne alla guida di un’azienda di Vino Nobile è cresciuta del 15% e di oltre il 50% se ci riferiamo al 1980.
Vino da donna per le donne
Secondo i dati diffusi da Wine Monitor, l’osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, nel 2015 l’Italia ha guadagnato nel 2015 48,9 milioni di ettolitri il primo posto nella produzione mondiale di vino con una leggera crescita, il 2%, ma costante. Il vero successo dell’anno passato, però, sono state le bollicine locali, esportate in 160 Paesi, per un valore di poco meno di un miliardo di euro e volumi che sfiorano i 2,8 milioni di ettolitri (quasi 370 milioni di bottiglie). Su questi valori di mercato, le donne, i consumatori, possono fare la differenza e gli imprenditori sono molto attenti a cogliere i dati che possono emergere in questo senso. Una ricerca del Wine Sustainability Forum 2013 rivela come le donne e le fasce d’età più anziane abbiano una maggiore propensione a pagare un premio per il vino di qualità, mentre in uno studio del colosso dell’e-commerce francese Vente Privee, realizzato nel 2014 attraverso il suo istituto di ricerca Survey Lab, ha evidenziato che in Europa il 47% dei clienti che acquistano vino online sono donne tra i 30 e i 40 anni, mentre in Italia la percentuale si assesta al 39% con un trend di crescita costante.
Inoltre, l’osservazione di dati non ufficiali porta l’Associazione delle Donne del Vino a impegnarsi in chiare indicazioni anche per la grande distribuzione, dove sembra che siano sempre le donne a guidare l’acquisto del vino scegliendolo in base agli abbinamenti, alle caratteristiche produttive e all’estetica. Non solo. I dati di Unioncamere ricordano che le donne sono alla guida di 143.256 aziende del settore turistico in Italia, ma ciò che più colpisce è la progressione dal 2010 in poi; sono praticamente il 5% in più rispetto alle new-co maschili. E per i manager del vino, questi sono altri potenziali clienti
Aziende vinicole femminili
Le donne del vino in Italia sono in prima linea e i numeri lo confermano.
Nel 42% dei casi si tratta di piccole cantine con un fatturato inferiore a mezzo milione di euro, solo il 17% raggiunge il milione e il 41% lo supera.
Nonostante le dimensioni dell’azienda possano creare dei limiti, tutte esportano molto e il 52% realizza più della metà dei propri affari sui mercati esteri.
Anche i dati sulla quota di vino a denominazione sul totale (69%) mostrano un forte orientamento alla qualità e al dinamismo, atteggiamenti confermati dalla diversificazione della produzione che riguarda l’85% delle Donne del Vino con quote di oltre un terzo del business aziendale.
Il 21% ha anche servizi di ristorazione in azienda e il 30% offre pernottamenti; la vendita diretta è plebiscitaria (91%). Forte attenzione all’ambiente per il quale il 27% produce biologico o biodinamico.
Alcune limitazioni nel settore vitivinicolo per le donne
Le donne proprietarie di cantine rappresentano il 28% della produzione mondiale e possono vantare le più alte qualifiche nazionali, una maggiore propensione alla qualità e alla viticoltura ecosostenibile rispetto alla media nazionale. Ad esempio, producono Doc e Docg nel 68% dei casi contro una media del 38%.
Tuttavia, nonostante questi numeri crescenti, legati all’aumento delle donne che consumano vino, continua a segnalare la presenza di barriere, a partire da quella linguistica, che si verifica sia nella comprensione dei riti della degustazione delle bevande, sia nel riconoscimento del ruolo professionale.