Le imprese familiari e il mondo del vino: alcuni dati
- Otto imprese su dieci in Italia sono a conduzione familiare. Producono il 75% del PIL, occupano più del 67% della forza lavoro, ma hanno una vita breve, dal momento che meno di una su sei raggiunge la terza generazione (“La gestione dell’impresa familiare e il trasferimento generazionale” – Il Sole 24 Ore – La Repubblica – (dati 2016).
- Il mondo del vino è caratterizzato dalla presenza di aziende con una composizione familiare ancora più marcata e significativamente più duratura delle altre.
- I dati dell’impresa familiare sembrano essere coerenti con l’elevata frammentazione del settore: oltre 160.000 aziende (un milione di etichette) sviluppano un fatturato di 9 miliardi di euro a prezzi di produzione. Qualche segno di concentrazione: 99 aziende, pari allo 0,06% del totale, raggiungono il 46% del fatturato del settore.
- Il restante 99,94% dell’offerta, quindi, costituito da una miriade di piccole e micro imprese, si contende poco più del 50% della domanda (Il Sole 24 Ore – “Rapporto 24”: Industria Alimentare – (13/03/2015).
La produzione vinicola rappresenta una delle eccellenze italiane più apprezzate all’estero e, non a caso, nel 2010 l’Italia conferma la sua leadership nella produzione vinicola su scala globale con una quota del 18,1% (per un valore di 8,3 miliardi di euro), di cui circa la metà destinata ad andare oltre i confini nazionali.
Dalle strutture proprietarie delle 174 cantine con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro, il 54% delle aziende è direttamente controllato da un proprietario familiare e quasi tutte le aziende non familiari (42,5%) sono cooperative o consorzi. L’incidenza delle imprese familiari è in linea con quella delle medie e grandi imprese familiari dell’Osservatorio AUB (57,1%), anche se inferiore alla media nazionale, ma il dato distintivo, come noto, è l’elevata presenza di imprese cooperative.
Imprese familiari … guidate da membri anziani della famiglia…
Passando ad analizzare le caratteristiche peculiari di 94 aziende agricole a conduzione familiare del settore vitivinicolo, emergono altre importanti differenze rispetto al resto del Paese. In particolare:
- Un’alta concentrazione di aziende “adulte”: oltre il 56% ha un’età compresa tra i 25 e i 50 anni (16 punti in più rispetto al dato dell’Osservatorio AUB), cosa che suggerisce un forte legame con il territorio, la tradizione e il tessuto sociale in cui operano le aziende.
- Oltre la metà delle piccole imprese, con un fatturato tra i dieci e i venticinque milioni di euro. Al contrario, circa il 15% delle imprese ha un fatturato di oltre 50 milioni di euro, evidenziando un’elevata frammentazione del tessuto produttivo. Lo scenario nel contesto italiano è in contrasto con le dinamiche in atto nel settore, dove si osserva invece una maggiore e crescente concentrazione di grandi player a livello internazionale.
- Anche la distribuzione geografica non appare uniforme su tutto il territorio nazionale: circa la metà delle aziende è localizzata nel Nord-Est. In queste regioni ci sono, infatti, alcune delle più famose cantine del Paese.
Manca un cambio generazionale
- La diffusione di questo modello può anche dipendere dal ridotto ricambio generazionale che si è verificato nell’ultimo decennio. Infatti, solo un terzo delle cantine ha raggiunto una successione al vertice tra il 2000 e il 2010 (rispetto al 50% dell’Osservatorio AUB).
- Di conseguenza, più di un quarto delle aziende agricole a conduzione familiare analizzate (26,6%) sono oggi guidate da un leader con più di 70 anni, e questa percentuale è superiore a quella riscontrata per l’intero Osservatorio AUB (pari al 18,6%).
- Questi dati ci portano a ritenere che molte aziende a conduzione familiare del settore vitivinicolo dovranno affrontare il passaggio generazionale nei prossimi anni, richiedendo una particolare attenzione alla delicata fase di transizione da affrontare.
Ambivalenze
- Nel lungo periodo, il più alto indice di vecchiaia in Europa è il controbilanciamento: il rapporto tra i dipendenti sotto i 35 anni e quelli sopra i 65 è di 8, contro un valore di 66 in Francia, 125 in Germania e 22 nell’Unione Europea (Eurostat – su “Wine Market” di Fabio Piccoli – Ed. L’Informatore Agrario – aprile 2010).
- Un indicatore di inerzia o resistenza al cambiamento. Se da un lato queste piccole e piccolissime aziende familiari sono caratterizzate da dinamismo e flessibilità, dall’altro le loro dimensioni ridotte e il loro individualismo non consentono loro di raggiungere livelli di massa critica, né di competere sui mercati internazionali e talvolta anche nazionali.
Gestione familiare nell’azienda vitivinicola
- Eccellenze e geniali innovazioni contraddistinguono un settore di grande visibilità e calibro imprenditoriale.
- La sfida diventa quella di sistematizzare il patrimonio di esperienze eccellenti e innovative rivisitando il modo di progettare, gestire e controllare le attività dell’azienda di famiglia.
- La cura del passaggio generazionale rappresenta, soprattutto per il mondo del vino, un’incredibile opportunità per introdurre nuovi modelli gestionali che garantiscano continuità all’azienda di famiglia, coniugando la forza della tradizione con le potenzialità dell’innovazione.
Il passaggio generazionale come punto di svolta nel modello di business
- Il passaggio generazionale rappresenta un punto di svolta nel modello di business
- Vi sono paralleli tra la situazione attuale e quanto avvenuto negli anni ’70 e ’80, in cui il ricambio generazionale è stato uno dei principali fattori di rinnovamento e di nuovo sviluppo del settore.
- Nelle “famiglie del vino”, la famiglia dell’azienda è vista e sentita come una comunità di persone, il rapporto tra famiglia e azienda è visto come una grande sinergia e simbiosi.
- Vi è anche una condivisione di valori come l’etica e la correttezza. L’unità familiare è un processo spontaneo, ma deve essere coltivato per cercare di mantenere la coesione nel tempo. Il clima familiare rimane invariato anche in caso di fusioni aziendali.
Famiglia, vino e territorio: un rapporto potenzialmente virtuoso
- La gestione familiare favorisce l’azienda vinicola e, a sua volta, la cantina favorisce i rapporti tra i proprietari della famiglia, come in un circolo virtuoso.
- Il contesto sociale ed economico influenza il settore in quanto la famiglia tende a rimanere unita per garantire il mantenimento della fonte di reddito. È molto importante che l’azienda rimanga di proprietà della famiglia, soprattutto per il suo orgoglio e la sua reputazione.
- Gli imprenditori del vino rappresentano un’imprenditoria sana, laboriosa, basata sulla terra, che ama vivere sul proprio territorio e questo è un esempio virtuoso di integrazione impresa/territorio.